Rosanna LA SPESA, poliedrica e versatile artista di Albisola Superiore, è molto conosciuta per la sua intensa dedizione ad un materiale che nel Savonese ha una storia non certo di secondaria importanza: il vetro. Poiché, tuttavia, lei è curiosa per natura e sensibile in generale alla cultura visiva, era forse scritto che, prima o poi, si lasciasse affascinare anche dall’argilla, tanto più vivendo in un’area geografica ad essa tradizionalmente votata. La Spesa non si professa peraltro ceramista, ma di certo non si improvvisa: è entrata in punta di piedi in questa specialità imparando a piegare l’argilla per dar seguito concreto alle proprie idee, riuscendo persino a conferirle, in virtù di certe sue modalità progettuali e di foggiatura, una leggerezza che può richiamare, talvolta, quella del vetro. Ha così realizzato interessanti lavori, sui quali anche in passato chi scrive si è ritrovata a riflettere, confermandosi nella convinzione che si può definire “artistico” ciò che, aldilà di una possibile ma non scontata empatia verso quanto si osserva, impone, per così dire, una seria riflessione di approfondimento. È importante ricordare, a tal proposito, che nel 2011 La Spesa meritò, con l’opera “Compleanno olimpico”, il primo premio al concorso indetto ad Albisola Superiore – nell’ambito della VI edizione del Festival della Maiolica – per ricordare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Si trattava, si tratta, di un lavoro contaminato da materiali diversi (in coerenza con ricorrenti corde creative dell’autrice), realizzato in terracotta vetrinata, con sabbiatura e specchio. Il progetto PAM ha sollecitato l’artista portandola a dar corpo a Grafie della solitudine, una scultura modellata a lastra in argilla refrattaria, cotta a 1200°C., composta da due elementi: un semi-cilindro in appoggio ed un pannello centrale che sul primo regge, rimanendovi sospeso. Fonti di ispirazione martiniana sono state “il poeta Cechov”, “La puttana”, “Il buffone”, lavori tutti databili fra il 1913 ed il 1921, nonché “l’elemento della finestra”. Così ci chiarisce l’autrice: “Ho messo in dialogo due figure emblematiche, lo scrittore e la prostituta, simbolo dell’emarginazione sociale della donna e musa ispiratrice del mondo letterario, entrambe espressione di solitudine”. Sul retro del pannello sospeso, inciso nella lunetta, compare invece il buffone, con “il volto arato che spunta dal corpo cilindrico sostegno di un’umanità in bilico e simbolo di quella fornace vadese dove lavorò A. Martini. Le finestre citazione dell’opera “Solitudine”, aperture che collegano il mondo interno a quello esterno, ma che danno anche su un fondo cieco. Grafie della solitudine: quali sinonimo di percorsi ed esperienze che segnano l’umano essere e si manifestano nella poetica di Arturo Martini con pregnante contemporaneità”.
Alida Gianti
Maggio 2021
Rosanna La Spesa, Geografie della Solitudine, 2021